sala da tè

“La Sala” da the di Calcata

Di tanto in tanto quando fuori fà freddo ed è pomeriggio ho preso l’abitudine di andare a prendere il the. Per quanto sia possibile prendere il the anche al bar o nel salotto di casa propria, recarsi in una vera sala da the dove poter scegliere tra centinaia di miscele e mettersi seduto a chiacchierare ha tutto un altro sapore.

Non si va a prendere il the solo per introdurre liquidi caldi nello stomaco, quindi non basta ordinarlo in fretta e furia al bancone del bar come facciamo spesso per il caffè. Prendere il the è un vero e proprio rito, richiede un pò di tempo a disposizione e la voglia di fare quattro chiacchiere con gli amici aspettando che lentamente le foglie immerse nell’acqua calda, rilascino tutto il loro sapore ed i profumi della natura.

Una delle mie sale da the preferite si trova nel centro di Calcata Vecchia, una piccola ed antica cittadina in provincia di Viterbo. Mi reco spesso a Calcata perchè ne adoro l’atmosfera surrele e magica che si respira tra i suoi stretti vicoli. Adoro visitare i colorati e minuscoli negozietti degli artigiani locali e quasi sempre, vado a prendere il the a “La Sala”.

In questa magnifica sala da the è possibile gustare 101 tipi di the provenienti da tutto il mondo, anche se per chi non c’è mai stato consiglio sempre di provare prima i the della casa che contrariamente agli altri non sono reperibili in commercio.

“La sala” da the di calcata si trova in vecchia e graziosa abitazione di un piccolo vicolo di calcata, che è stata trasformata dalla proprietaria in locale commerciale.
Al suo interno c’è un accogliente saletta principale dove tra il grande camino e la cucina sullo sfondo ci sono i primi tavoli. A lato del camino si accede ad una seconda saletta con i tavolini dove non ho mai messo piede per pigrizia o per l’abitudine di prendere il the in terrazza.

Ogni parete del locale è zeppa di mensole che mettono in mostra un invidiabile collezione di centinaia di teiere e tazze da the provenienti da tutto il mondo. Questa esposizione quasi museale contribuisce a rendere l’ambiente ancora più accogliente ed interessante.

Una rozza e ripida scalinata in legno massello ci permette di raggiungere il piano soppalcato superiore. Il tetto spiovente è tutto in legno naturale ed è possibile osservando le travi disallineate, scorgere tutti i difetti e le curve naturali del tronco originale usato per costruirlo.

Dal piano superiore è possibile uscire sul piccolo terrazzino con vista sulla valle del del treja, con il suo fiume ed il verde infinito che avvolge tutta la cittadina.

La Sala è gestita a livello familiare, la padrona di casa è una signora Belga molto simpatica e gentile, mi pare venga da Ghent, che adora il suo mestiere e non è abituata alla confusione. Di solito c’è anche una simpatica ragazza che serve ai tavoli ma questa volta la proprietaria era da sola ed il locale pieno di clienti.

Trovandoci in pieno inverno non è stato possibile accomodarci in terrazzo, come facciamo di solito, ma ci siamo dovuti accontentare del piccolo soppalco, dove magistralmente sono incastrati cinque tavoli, le sedie e svariate mensole.

Litigando con le sedie, i tavoli e le mensole di legno massello dove ho sbattuto la testa sono riuscito poi ad assumere una comoda posizione seduta.

Al tavolo di fianco al nostro, ma sarebbe più corretto dire attaccato, una coppia di signore discutevano di torte, cucina e viaggi. C’è voluto poco perchè Simona si insinuasse nei loro discorsi facendoci intavolare una piacevole discussione gastronomica su dolci e the.

La proprietaria è arrivata scusandosi dei disagi dovuti ai troppi clienti e ci ha elencato i dolci rimasti. Ci ha confessato di non avere il tempo di farcire la torta al cioccolato che aveva appena sfornato, così ci ha proposto una scelta tra una torta di mele dall’aspetto favoloso e la crostata di ricotta, nutella, nocciole e pere.
Sia io che Simona abbiamo scelto la crostata per via della cioccolata.
Nella scelta del the mi sono lasciato andare all’abitudine prendendo il tramonto africano, mentre Simona ha preso credo il tramonto d’inverno.
Il the come al solito era buonissimo, non avevo dubbi a riguardo, il mio di colore rosso intenso con i profumi tipici dell’oriente ed il sapore deciso del fiore d’ibiscus, quello di Simona più delicato con note di mandorle mi pare.
Anche la torta era deliziosa aveva uno strato centrale di ricotta ed uno strato di cioccolato caramellato che scrocchiava sotto i denti ed è finita troppo in fretta nonostante fosse una generosa porzione.
Ho subito proposto a Simona di bissare prendendo divisa in due metà due anche quella di mele ma devo essere stato poco convincente perchè non ne ha voluto sapere.

Le ore sono passate veloci e piacevoli in quella calda e accogliente sala da the, tra le centinaia di teiere da osservare e la leggerezza dei discorsi con le vicine di tavolo.
Così veloci che si è fatta ora di andar via.
Da Calcata a Roma c’è un ora di viaggio in auto e Simona aveva voglia di rientrare a casa per cena in orario decente.
Finiscono sempre di corsa le mie giornate a Calcata, mai che possa dedicargli un pò di più del mio tempo senza avere il peso delle lancette che corrono.
Se avessi l’occasione mi trasferirei volentieri a vivere li, nel centro di quel fantastico borgo medievale, trovandomi un lavoretto semplice a contatto con la gente.
Chissà se un giorno potrò passare a prendere il the a “La sala” senza dover prendere l’auto.

2 pensieri riguardo ““La Sala” da the di Calcata

  • "Non è tutto oro quello che luccica" …e Calcata nasconde i suoi tristi e stanchi segreti che un viandante distratto non può notare. Anche la magia di Calcata Vecchia deve fare i conti con la stolida miopia dell'amministrazione comunale e la prezzolata presenza di commercianti fintamente stanziali che poco hanno di fascinoso e bohémien. Godiamocela così com'è, senza pensieri, davanti a un gustoso tè de "La sala", forse è meglio…

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