Cucina italiana

Ristorante Agriverde in provincia di Ortona

Grazie ad un coupon che comprendeva una cena, due notti ed un percorso benessere ci siamo ritrovati in un’azienda agrituristica in provincia di Ortona, sul mare abruzzese.
Non starò a parlarvi del centro benessere né della camera ma voglio concentrarmi sul ristorante.
Il ristorante ha un aspetto sobrio ed elegante, con i tavoli rotondi, le tovaglie bianche e le sedie drappate di candida stoffa bianca. Le pareti son invece un susseguirsi di mattoncini pietrosi e bacheche in legno dove sono esposte centinaia di bottiglie di vino.
Il servizio hai tavoli è garbato e cordiale, professionale ma non così tanto da creare freddezza e distacco.
E’ piacevole conversare con la cameriera e chiederle di ripeterci infinite volte di elencarci i primi che ci spettano da menu. Purtroppo non possiamo accedere a tutto il menu ma soltanto a quella parte riservata a noi acquirenti dell’offerta sul web.
A malincuore devo rinunciare ai primi di pesce scegliendo un risotto con prosciutto e pesto di pistacchi. Anche Simona sceglie il mio stesso primo. Per secondo prendo l’agnello arrosto, mentre Simona opta per qualcosa che almeno sulla carta sembra più elaborato, maiale con le prugne.
Per contorno decidiamo di tenerci leggeri, io prendo delle verdure di campo e Simona un’insalata con aceto di miele.
Da quando siamo arrivati nel relais non faceva che dirmi che avrebbe voluto provare quell’aceto di miele e finalmente l’occasione era propizia.
La scelta del vino è stata più complessa, essendo un azienda vinicola ne avevano di vini tra cui scegliere. Il ribeis provato la mattina nell’idromassaggio al vino ci era piaciuto ma volevamo qualcosa di più intenso, inoltre per i miei gusti lasciava un retrogusto un po’ asprino che non mi convinceva del tutto.
I bianchi non ci piacciono e nemmeno i rosé, così ci toccava scegliere tra quei rossi per noi sconosciuti.
Per andare sul sicuro abbiamo preso quelli che secondo il depliant erano i vini più di pregio dell’azienda, il Plateo riserva del 2005 per me ed il Solàrea del 2005 per Simona.
Il gusto del Plateo era soddisfacente, pieno ma non troppo secco, in equilibrio tra corposità e delicatezza, limpido ed allegro, forse un po’ troppo aromatico nell’odore, mi faceva pensare ai mirtilli rossi. Questo odore così fruttato ed intenso un po’ mi infastidiva ma per fortuna spariva nel gustarlo.
Quello scelto da Simona, il Solàrea aveva un odore che mi faceva impazzire, terra, pellame, spezie e legno ma il sapore non era all’altezza del Plateo, più secco, meno brillante e con una leggera acidità nel retrogusto. Anche Simona preferiva il mio Plateo e potevo comprenderne i motivi.
Nel mentre gustavamo i vini sono arrivati i primi piatti.

Abbiamo provato i primi, poi ho guardato Simona e le ho chiesto cosa ne pensasse, non voleva rispondermi, così ho capito che la pensava come me, il riso non aveva sapore, era ben cotto e si sentiva il prosciutto quando lo si mangiava, ma il riso con il pesto di pistacchi non aveva sapore, era veramente troppo neutro.

Il secondo era decisamente migliore, almeno il mio. Un agnello molto tenero, saporito e ben cotto in quantità soddisfacente. Simona invece non era contenta del suo maiale a dadini, sciapetto ed impiattato con la marmellata di prugne. Credo si aspettasse una cottura con le prugne ed invece di prugne non c’era altro che la marmellata.
La cicoria era sciapa e l’aceto di miele molto particolare ed interessante.
Per il dolce ci sono state proposte cose un tantino banali, così abbiamo chiesto di ordinare qualcosa di diverso pagando la differenza. Peccato non averlo chiesto anche per i primi.
Gli assaggi di dolci erano la cosa che più ci intrigava.

C’era un assaggio di millefoglie un tantino troppo piena di foglie e con poca crema, un cono di pasta che sembrava fritta, condito con caramello che mi ricordava il sapore degli struffoli napoletani. A Simona non piaceva ma io l’ho apprezzato anche nella sua pesantezza. Un piccolo rombo di ricoperto di cioccolato dal sapore simile al Mustacciolo napoletano, una panna cotta ai frutti di bosco e per finire un triangolino di tiramisù semifreddo davvero interessante.
Non ci hanno offerto ne proposto grappe o amari ma il caffè, che di sera non abbiamo voluto prendere.
Poi stanchi e rilassati dalla giornata al centro benessere siamo tornati in camera a dormire.
Non posso darvi un’indicazione sul prezzo pagato perché essendo incluso nell’intero pacchetto non saprei quantizzarlo, comunque posso dirvi da uno sguardo al menù che si tratta di prezzi medi.

5 pensieri riguardo “Ristorante Agriverde in provincia di Ortona

  • Ciao Mario, grazie della tua visita, che piacere conoscere queto tuo blog, molto interessante!!!! Mi aggiungo tra i tuoi lettori, e se vorrai contraccambiare ne sarei felice! Alla prossima, un abbraccio!

    Rispondi
  • Ottima cena……….e complimenti per il tuo blog….mi iscrivo tra i tuoi sostenitori….fai altrettanto se ti va….ti aspetto…stefy

    Rispondi
  • Complimenti per il tuo blog, lo seguirò con immenso piacere. A presto

    Rispondi
  • Come sempre una recensione puntuale e precisa. E, pur non avendolo assaggiato, concordo con Simona, anche io ci sarei rimasta male non trovando le prugne. Piuttosto avrebbero dovuto specificare maiale alla "marmellata di prugne".

    Rispondi

Rispondi a stefy Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *