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Le zeppole di San Giuseppe

Quando vado a Napoli a trovare i miei genitori non posso esimermi da svolgere alcune pratiche gastronomiche obbligatorie. Una bella pizza margherita, una sfogliatella riccia con salsicce e friarielli, una frittatina di pasta, le zeppole ed i panzarotti e per chiudere in bellezza ci vuole un bel dolce.
Napoli come la Sicilia è un po’ la patria dei dolci. Ci sono infinite varietà di dolci e moltissime pasticcerie che mantengono un livello qualitativo eccellente.
In passato, da prima ancora che nascessi, parliamo di circa quaranta anni fa,  si diceva che la miglior pasticceria napoletana fosse Pintauro. Da Pintauro si poteva mangiare la miglior sfogliatella di tutta Napoli, il dolce napoletano per antonomasia.
Pintauro si giocava il trono di miglior pasticceria con Scaturchio, tanto è vero che quando qualcuno prendeva i dolci da Scaturchio, gli veniva detto, “Si vere che teneva a folla Pintauro” (si vede che da Pintauro c’era troppa gente).
Questo detto è stato usato per anni dai napoletani per indicare qualsiasi luogo affollato, anche se le nuove leve cittadine nemmeno ne conoscono la provenienza.

Sono passati molti anni ed i tempi sono cambiati, Scaturchio pare stia chiudendo per debiti e Pintauro non ha più la folla di un tempo.
Oggi, quando voglio mangiare un dolce di qualità, vado sempre da sfogliatella Mary, un piccolissimo negozietto che si trova all’ingresso di via Toledo, della galleria Umberto I.
Lo si riconosce subito perché è talmente piccolo da non avere un vero e proprio negozio in cui entrare ma una vetrinetta che dà nella galleria, circondata da una folla di persone che litigano per accaparrarsi il proprio dolce.

La scelta dei dolci non è vastissima, si limitano ai grandi classici come i babà, semplici, con panna e con nutella, le zeppole di San Giuseppe di varie dimensioni, sia fritte che al forno, le Santa rosa e le sfogliatelle ricce e frolle. C’è qualche altro tipo di dolce ma per lo più ci sono questi grandi classici napoletani.

Domenica mattina ci siamo alzati presto per andare in centro a prendere le zeppole di San Giuseppe, il mio dolce napoletano preferito. Il giorno dopo sarebbe stata la festa del papà e tutti i papà napoletani avrebbero dovuto offrire le zeppole ai familiari. Noi saremmo ripartiti prima e quindi ho pensato di anticipare il festeggiamento, offrendole io a mio padre ed i parenti presenti a casa la domenica.

Le zeppole di San Giuseppe napoletane

Le zeppole sono un dolce tipico napoletano, che veniva preparato nel periodo di San Giuseppe, per la sentita festa del papà. Esistono fritte o al forno ed hanno la base circolare con un foro al centro che viene riempito di crema pasticcera. sul margine superiore del ciuffo di crema che fuoriesce dalla testa della zeppola vengono messe una o più amarene sciroppate.
Non amo particolarmente le zeppole fritte perché sono convinto che il gusto forte della pasta fritta copra troppo quello della crema, squilibrando il sapore della zeppola, che deve rimanere un equilibrio perfetto di gusto e delicatezza.

Appena abbiamo varcato la soglia della galleria abbiamo notato un cumulo rumoroso di persone che affollavano il lato sinistro del grande arco che fa da ingresso alla galleria. La vetrina dei dolci si riusciva appena ad intravedere dietro i corpi semoventi di clienti che lottavano per rubare il posto in una fila irregolare ed inesistente.

Quando finalmente siamo arrivati alla vetrina ci si è mostrato aperto un mondo di tentazioni. Come una cassa piena di monete d’oro i dolci luccicavano di luce propria che illuminava i nostri occhi.
Non dovevamo lasciarci tentare ma andare dritti alla meta, riportare a casa un quantitativo di zeppole, taglia media da mangiare a fine pasto.

Le zeppole grandi, sia fritte che al forno costavano 2,50€ l’una, quelle piccole che tanto piccole non sono, 80 centesimi. Ci siamo fatti preparare un pacchetto con venti zeppole piccole al forno, e ci siamo defilati.

C’è voluta molta forza ed l’aiuto di una sfogliatella riccia con “salsicce e friarielli” per non aprire quel pacchetto profumato e mangiare tutte le zeppole prima di tornare a casa.

Nel pomeriggio, dopo aver preso il caffè ed aver consumato un lauto pasto, durato un paio d’ore, è arrivato il momento delle zeppole.
Il cartoccio argentato era immobile a centro tavola, avvolto nel suo nastrino verde che ho strappato via in un baleno.
Ho rimosso la carta protettiva ed il ponte di cartone per evitare lo schiacciamento ed ho afferrato la prima zeppolina. La sfoglia fresca e morbida, la crema sublime, di una delicatezza ed un sapore che non si possono immaginare se non si sfruttano le papille gustative.  Al centro della crema, la ciliegina sulla torta, in questo caso una fantastica amarena.
Anche adesso a ripensarci mi ritorna l’acquolina in bocca, un po’ lo stesso effetto che mi fa quando ripenso alla Sachertorte di Vienna.

La prima zeppola si sa, è solo per assaggiare, la seconda per gradire e dalla terza si comincia a fare sul serio. Purtroppo, dopo la terza mi hanno fermato, affermando che sarebbero potute essere dannose per la mia salute. Probabilmente stavano solo proteggendo il diritto degli altri a mangiarne almeno una.

Ci sono tanti bravi pasticcieri a Napoli ma il mio consiglio è provate la zeppola di sfogliatella Mary.

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