cucina romana

Da I buoni amici

Per il compleanno di Simona ho deciso di farle un regalo diverso da solito, le ho chiesto di scegliere un qualsiasi ristorante di Roma in cui le avrei offerto il pranzo. Lei ci ha pensato per qualche ora e poi ha deciso di andare a mangiare in un posto dove andava molti anni fa a mangiare il pesce. Un ristorante romano che si trova in una traversa di via Merulana e si chiama “I buoni amici”.

Il locale conserva ancora quel sapore di trattoria tipica romana, lo si nota dai colori giallini delle pareti spatolate grossolanamente, i quadri con le vedute di Roma, le foto degli ospiti illustri che hanno mangiato nel locale e le riproduzioni di quadri famosi che andavano molto di moda negli anni 70 e che mi rievocano ricordi di infanzia. 
Quel vecchio con il cappello e le nature morte erano un ornamento classico delle case dei miei nonni e delle zie più anziane.
Scegliamo di metterci in una sala più piccolina ed appartata, prendendo tavolo quadrato nell’angolo. Appena mi siedo noto subito la singolartià della parete che fino ad un metro da terra è ricoperta da mattonelle grigie terminanti in una greca dello stesso colore che imitano i muri dell’epoca romana.
Sulla tavola ci sono un infinità di buste di grissini, un accortezza che molti ristoranti moderni hanno dimenticato e che sono ottimi da stuzzicare in attesa del pranzo. Ci lasciano i menù e cominciamo a guardarli anche se serve a poco, dato che i camerieri alla vecchia maniera decantano il menù a voce, consigliano e guidano i commensali nella scelta di ogni tipo di portata.
Qui si mangia soprattutto pesce e qualche piatto tipico della tradizione romana, ci sono matriciana, carbonara e cacio e pepe ma non si sconfina nei  grandi classici ormai dimenticati come pagliata e coda alla vaccinara.
I prezzi sul menù sembrano medi, solo che ordinando direttamente al camerire se ne perde facilmente il controllo.
Da bere prendiamo acqua e birra, noi non beviamo vini bianchi e difficilmente nei locali hanno dei rossi che sono abbinabili al pesce.
Il cameriere ci consiglia di cominicare con un antipastino misto della casa ed accettiamo, è il compleanno di Simona ed è giusto che non si faccia mancare niente di quello che desidera.
Il pane nel cestino è fresco, la buccia croccante ed una tenera mollica, ottimo per fare la scarpetta nel sugo.
Ci servono una frittura di moscardini davvero buona e fritta in maniera asciutta, un insalata di polipo forse un pò troppo tenera per essere fresca, delle fette di pesce spada affumicato con la rughetta ed un bel piatto di cozze.
Approfitto dell’allergia di Simona ai frutti di  mare per mettermi davanti tutte le cozze, che sono buone ma non cucinate nella mia maniera preferita, cioè solo con il pepe.
I camerieri non ti lasciano mai solo in questo posto, sono pronti ad apparire ad ogni evenienza, perfino quando cade la forchetta, spuntano immediatamente con una di ricambio.
Mi distraggo a guardare la tovaglia che è bellissima e particolare. Ci sono dei quadroni formati da tantissime righe colorate che richiamano perfettamente il giallo alle pareti. Non è troppo spartana ne troppo elegante ma perfettamente equilibrata per un ristorante che non punta all’eleganza ma alle tradizioni. 
Le linguine all’astice non mi fanno impazzire,  basterebbero  un pò di olio EVO, uno spicchio d’aglio, un pizzico di peperoncino, una manciata di pomodorini ed un pò di prezzemolo fresco a rendere qualsiasi crostaceo un piatto speciale ma qui si perdono in qualcosa di diverso, simile ad un cacciucco di astice con tanto pomodoro e nel paitto a guarnirlo una sola chela di un astice ormai andato in frantumi in qualche pentola.
Il sapore non è nemmeno cattivo ma di sicuro non è quello che mi aspettavo di mangiare e la chela dell’astice è stranamente troppo morbida.
Confidò in un secondo migliore facendomi tentare da una griglaita di pesce e due contorni di cicoria.
Quando arriva la cicoria, il piatto è uno solo perchè come al solito è finita, la provo ed è molto buona, contita e saporita ma per fortuna non salata, perfetta da mangiare con il pane fresc che ci hanno servito prima.
La grigliata ha un bell’aspetto ed emana un profumo invitante. Ci sono un bel pesce rombo, un paio di mazzancolle e due scampi grandi tagliati a metà.
Il rombo è buono, le carni sono bianche e corpose, il gusto è delicato, ricorda quello della sogliola, nonostante siamo sazi, riusciamo a finirlo tutto.
La mazzancolle ha il suo gusto deciso, reso asprino dalla griglia e lo scampo è buono anche se dura troppo poco per poterlo apprezzare a pieno.
Simona non vuole il dolce così decidiamo di prendere solo due caffè e chiedere il conto. Beviamo i nostri caffè e dopo ci offrono i tarallini dolci da vino, l’amaro ed il limoncello lasciandci le bottiglie sul tavolo.
Il conto è di  75€ che non sono pochi ma a Roma bisogna considerlarli anche normali.
Pago, salutiamo ed andiamo via senza lasciare mancia, da tempo ho smesso di farlo, perchè con questi prezzi la considero abbondantemente già inclusa.

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