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Il Ramen di Misoya a Milano

Grazie all’ausilio di famose guide locali quali Stefano Pedone detto la leggenda di Ci.Ba, Roberto Teani, Kawazoe Yuki e Sachiko siamo andati a trovare un famosa catena di Ramen giapponese appena sbarcata a Milano.
Il Misoya si trova in via Solferino 41, a pochi passi dalla fermata Moscova della metro di Milano.
Il locale appare molto semplice moderno, ci sono alcuni poster che riprendono scene del Giappone, grandi quanto l’intera parete che creano una piacevole atmosfera.
Sui tavoli come nelle vere bettole del Ramen non ci sono servizi raffinati e tovaglie, solo tovagliette di carta e bacchette usa e getta.
Ci accomodiamo sul tavolo alto da sei persone con gli sgabelli, sul quale è sospeso un lampadario enorme ricavato da un contenitore in legno per raffreddare il riso, trasformato in luce.

Il personale è molto gentile e mentre prende le ordinazioni ci serve un entree con delle fette di pane e tre ciuffi di crema colorati.

Non sono stato molto attento e quindi non so dirvi di cosa si tratti ma sono buone, quella verde ha un sapore che ricorda il pesto ligure, quella rossa ha qualcosa di più piccante, come se fosse aromatizzata con la paprika. Potrebbero essere paste di miso di tipo differente ma sono meno salate e quindi mi rimane il dubbio.
Il Ramen che servono in questo locale è di due tipi, c’è il Ramen dello Hokkaido che dovrebbe essere con Miso rosso e quello di Tokyo, due tipi di Ramen che mi hanno spesso deliziato in Giappone.
Ci sono porzioni normali e quelle speciali con l’aggiunta di tre pezzi di maiale in più, chiaramente ordiniamo quelli speciali e poi ognuno aggiunge il Topping che più preferisce. Io chiedo di aggiungere l’uovo, in realtà avrei aggiunto tutto quello che c’era ma poi il costo sarebbe lievitato troppo. 
Peccato che non ci siano come in Giappone dei Ramen già completi di tutti i topini a prezzi comunque vantaggiosi da poter ordinare.
In attesa del Ramen ordiniamo dei Gyoza, ravioli di carne cotti alla piastra, sono buoni e delicati, si sente il gusto dell’aglio, la porzione è da 5 e la divido con Simona, poi arriva la ciotola di Ramen.
L’aspetto è promettente, l’odore è ottimo, anche la porzione sembra meritevole. Non sarò costretto a fare il bis o farmi un panino dopo 🙂
Prima di pescare i noodles dalla ciotola, prendo subito il cucchiaio ed assaggio il brodo, è emozionante sentire il sapore intenso del maiale e del miso, mi sembra di essere più vicino al Giappone in questo momento. 
Provo anche i noodles che mi sembrano molto saporiti, tengono bene la cottura e raccolgono il sapore del brodo.
Mi immergo in un piacevole quarto d’ora in cui pesco e ripesco noodles, verdura e pezzi di maiale, anche l’uovo è cotto a perfezione, quando lo rompo è ancora un po’ liquido nella parte rossa, forse sarebbe stato meglio servirlo già tagliato in due metà, così non avrei dovuto romperlo con i denti.
Quando finisco con l’ultima goccia di Ramen sono soddisfatto, e mi sento quasi sazio, cosa che non succede quasi mai con le porzioni finte che servono in Italia negli altri ristoranti di Ramen. 
Come me anche tutti gli altri sono piacevolmente sorpresi da questo locale che ci ha regalato davvero un’esperienza emozionante.
Senza ombra di dubbio è il miglior ramen che abbia mangiato sul territorio italiano e si pone su un piedistallo a distanza da tutti gli altri Ramen della mia crociata “Alla ricerca del Ramen perduto”.
Il conto è come ci aspettavamo di circa 25€ a persona, non poco per un Ramen ma nemmeno troppo considerato che in Italia ce lo spacciano come cibo da ristorante quando invece è il più classico dei cibi fast food giapponesi. Siamo comunque felici di aver trovato una simile prelibatezza come si può vedere dalla foto ricordo finale.

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