cucina etnica

Da Sushisen finalmente

Una cena con un gruppo di appassionati del Giappone come me, mi ha portato nel ristorante Giapponese più acclamato e consigliato di Roma.

Alle 19:30 più o meno, un gruppo di maniaci del Giappone ha preso possesso di parte del ristorante Sushisen, in Via Giuseppe Giulietti, 21 ad Ostiense, che ci aveva riservato tutta la sala.
Il locale è diverso dagli altri ristoranti giapponesi per il suo aspetto sobrio ed abbastanza occidentale, i tavoli in legno chiaro, le pareti in colori tenui ed una buona illuminazione lo rendono lontano dall’idea che ho di ristorante giapponese.

Appena varcata la soglia di ingresso, stando attenti alla scalinata insidiosa, non si può fare a meno di guardare quella che è l’attrazione principale del locale, un imponente kaiten che riempie tutta il lato posteriore del locale. Sul rullo trasportatore girano e si pavoneggiano dei piattini di sushi preparati con una cura maniacale, che superano esteticamente quelli degli altri ristoranti visti finora, e che attirano lo sguardo.

Gli intensi colori del pesce ne fanno intuire la freschezza ed i nigiri sembrano avere la giusta quantità di pesce in rapporto a quella del riso.
Il nostro menù non prevede di sederci attorno al kaiten per scegliere i piattini che scorrono veloci sul rullo trasportatore, ma è stato concordato a priori e ci verrà servito al tavolo.
Sul nostro tavolo da quattro una barca di cibo, aspetta di essere divorata.
Le bacchette sono usa e getta ed i piattini sono semplici ma il tovagliolo personalizzato con la carpa ed il bambù mi ricorda molto Sampei. Le composizioni floreali sui tavoli sono davvero belle, si nota l’importanza data all’estetica che richiama l’estetica zen.
Ci sediamo ed ordiniamo qualcosa da bere, birra giapponese ed acqua.
I camerieri che sono veramente tanti ci portano subito una ciotola di riso caldo, per accompagnare il pasto.
Per cominciare proviamo gli yakitori, gli spiedini di carne in salsa agrodolce che sono davvero eccezionali, superano di gran lunga quelli provati negli altri ristoranti ed hanno un retrogusto alcolico, come se fossero cotti con il sake.

Nel frattempo ci hanno servito una zuppa di miso bianco, molto gustosa e senza cucchiaio da zuppa in modo da doverla bere direttamente dalla ciotola, ricordandosi di fare rumore.

Poi da un vassoio a parte prendiamo delle piccole barchette con dentro polpettine dall’intenso sapore che non saprei come descrivere ma il pezzo forte del vassoio, sono una specie di crocchette ricoperte di sesamo.

La consistenza interna è morbida e si sente un sapore di patate misto a carne, davvero uniche, sicuramente sarannno la mia prima ordinazione nella mia prossima visita al locale.
Il proprietario è una persona simpatica e cordiale e ci viene spesso a chiedere se ci piace quello che stiamo mangiando, preoccupandosi anche di descriverci le pietanze speciali che offre il locale.
Anche la tempura di gamberi e verdure è davvero buona, il gambero è saporito e non sembra di quelli congelati da secoli. Di sicuro avrebbero potuto essere più generosi con la quantità dato che le verdure qui in italia costano poco, specialmente quelle di stagione.
Ci sono anche dei pezzetti di carne panata e fritta che sono molto saporiti ma quello che sono curioso di provare è il sushi.
L’uramaki è discreto il riso è ben cotto ed il sapore equilibrato, anche il nigiri di gambero non è male ma purtroppo non sono riuscito a provare quello di salmone, perché essendo in quattro abbiamo dovuto dividerci quello che avevamo a disposizione.
Non mi è parso di vedere le fettine di zenzero, che mi piace tanto mangiare passando da un tipo di pasto all’altro, forse le hanno dimenticate oppure ero troppo preso dalla situazione per accorgermene.
E’ rimasto un vassoio con degli uromaki con gambero che abbiamo divorato per poi passare al dolce.

Mi aspettavo un dolce tradizionale, un dorayaki oppure un taiyaki ma ci hanno portato una pallina di gelato a scelta tra vari gusti. Ovviamente ho scelto quella al gusto di fagioli azuki che non mi ha deluso.

Siamo andati via dal locale con la promessa di tornarci presto per sederci al kaiten e provare tutto il sushi e sicuramente una zuppa di Ramen che qui affermano essere identica alla versione che si mangia in Giappone.
Non posso dirvi il prezzo perché il nostro era un menù concordato a prezzo speciale ma posso dirvi che le bevande non sono costate poco. Come tutti gli altri locali veramente giapponesi di Roma bisogna preventivare la spesa dal budget familiare prima di affrontarla ma se non volete mangiare cino-giapponese non credo ci sia alternativa.

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