Nuvoletta alle mele con gelato
Shiroya andata e ritorno in Giappone

Shiroya andata e ritorno in Giappone

Nella nostra ricerca del ramen perduto non potevamo esimerci dal provare il ramen di questo ristorante giapponese nato a pochi passi da piazza Navona di cui parlavano tutti.

Il locale è molto piccolo e gli spazi appaiono quasi compressi, specialmente all’interno dove i i tavoli sono vicini, difficilmente si trova posto senza prenotare, ma noi siamo stati fortunati a rimediare l’ultimo tavolo da due sul soppalco.

Il personale in sala è tutto giapponese e pure i cuochi lo sono, una cosa che ti aspetti da un vero ristorante giapponese.

Gli arredi ricordano molto il Giappone, tra colori caldi, oggetti in legno, stampe giapponesi e tende Noren che danno colore e vita all’ambiente.

Il menu è ampio e spazia tra molti piatti della cucina giapponese, per fortuna non è solo sushi, ma è anche sushi e permette un’esplorazione della cucina più tradizionale.

Non ci sono tovaglie sui tavoli quadrati in legno scuro, ma si trovano direttamente le bacchette sul loro poggiabacchette, un bicchiere elegante per l’acqua, il tovagliolo di stoffa ed un piattino in ceramica scura.

Il tavolo accanto è talmente vicino che ci si sente in imbarazzo quando si chiacchiera, si ha sempre la sensazione di disturbare gli altri ed essere disturbati.

Siamo venuti qui per provare il ramen, quindi ne ordiniamo un paio la miso, degli Yakitori ed una porzione di gyoza.

entree di sottaceti giapponesi

Subito dopo aver ordinato ci offrono un piccolo entrè, julienne di daikon e carote sottaceto, davvero molto piacevoli, croccanti e leggermente dolciastre. 

I gyoza sono i migliori che ho provato qui a roma, ottimo la pasta esterna, molto sottile e piacevole per consistenza, il ripieno è gustoso, si sente bene il sapore della carne di maiale e si sente l’aglio nel retrogusto.

Anche gli Yakitori sono ottimi, forse la quantità di sale è un tantino eccessiva, ma il gusto è buono ed il pollo succoso. Anche la salsa yakitori usata ha un buon sapore ed è aromatica.

Le ciotole di ramen sono piccole ma molto belle esteticamente, la ceramica scura e spessa ricorda quelle del Giappone, l’impiattamento è preciso ed elegante.

Il brodo appare corposo e molto gustoso, finalmente piacevolmente denso e vellutato, forse un pò troppo salato, cosa che un minimo spezza l’equilibrio dei sapori.

Il chashu (carne di maiale grassa) è ottimo, grasso al punto giusto e saporito, alcuni ristoranti ci mettono l’arista di maiale che non va bene, deve essere questo taglio grasso e arrotolato il maiale nel ramen, perché deve dare un gusto intenso.

C’è il mais e credo ci sia del burro per dare cremosità, le verdure sono buone e gli spaghetti quadrati usati hanno un buon sapore ed una consistenza piacevole, sono anche leggermente ruvidi.

Anche l’uovo (nitamago) è ben cotto, la parte rossa semi fondente ed è marinato bene con la salsa di soia, peccato sia solo metà.

Io ci avrei aggiunto dei fogli di alga nori tagliati quadrati, danno sempre un tocco di sapore in più. 

Per la prima volta ci è sembrato di mangiare un vero ramen giapponese o almeno qualcosa che ci si avvicina davvero molto.

Per dolce Simona prende una specie di crostatina di frolla ripiena di crema allo yuzu, molto piacevole e fresca nel gusto e non stucchevole,

Io ordino invece un millefoglie alle castagne ed una crema al tè verde, davvero incredibile sia per consistenza che per gusto, tanto buono da lasciarmi senza parole, mi viene subito il sospetto che si tratti di un dolce di Hiromi cake, cosa che poi mi viene confermata al momento di pagare il conto che è di 60€ in due.

Di sicuro un prezzo un tantino alto, specialmente perché il ramen in Giappone è un piatto popolare che si riesce a mangiare spendendo pochi euro in bettole sparse praticamente ovunque, ma non essendoci ancora alternative economiche dobbiamo accontentarci di questi prezzi.

Torneremo comunque per provare anche il sushi e perché questo ramen si è guadagnato i primi posti sul podio dei ramen provati in italia.

Qualche tempo dopo…

Finalmente siamo tornati per mangiare il sushi, ora che il covid è così diffuso i tavoli sono distanziati ed abbiamo dovuto prenotare con largo anticipo.

Ci siamo seduti in un tavolo esterno tra separazioni di plexiglas ed un fungo riscaldante così forte da farci sembrare quasi in primavera.

L’entree offerto è quello solito, daikon e carote in aceto di riso, molto piacevole e croccante.

zuppa di miso funghi e vongole

La Zuppa di miso(misoshiru) bianco con vongole e funghi è delicata e gustosa, ma sia le vongole che i funghi si sono un po’ persi tra il sapore del brodo di miso.

Come portata principale ordiniamo dei chirashi, Simona prende quello di solo salmone ed io quello con pesce misto.

Il riso è ben cotto e condito con sesamo bianco e nero, la quantità di pesce nel piatto è discreta.

I gamberetti sono gustosi, ma è il gambero grande a dare più soddisfazione, è saporito e carnoso e quando lo mastichi esplode in tutto il suo sapore.

Il salmone tagliato spesso è fantastico, veramente eccezionale, ce n’è è anche un pezzo più grasso tagliato a forma di griglia, leggermente più gommoso nella consistenza che però gradisco meno degli altri.

chirashi misto

Un altro pezzo di salmone è sminuzzato e condito con un ciuffo di maionese, mischiato con il riso offre un gusto molto piacevole ed intenso.

Anche il tonno rosso è davvero buono, peccato non ci sia un pezzo di ventresca di tonno, sarebbe stato il top. C’è poi dello sgombro che risulta molto intenso nel gusto e ruvido sulla lingua nella parte della pelle ed una capasanta molto saporita.

Per completare il piatto ci sono delle uova di salmone che offrono un tocco in più di gusto e sapidità ed una consistenza piacevole quando si schiacciano sotto i denti.

Tenpura mista

Per chiudere in bellezza prendiamo una tempra mista di pesce e verdure.

La frittura è asciutta ed impiantata elegantemente, il gamberone è croccante e veramente saporito, la zucca ed il peperone sono ottimi, ben fritti, asciutti e croccanti all’esterno e teneri dentro.

La zucchina è quella meno sorprendente, troppo acquosa e poco saporita all’interno, peccato, forse sarebbe meglio scegliere le verdure di stagione.

Il conto è come sempre un pò salato, ma ormai ne siamo consapevoli.

Ramen ristretto

Ultimamente i ramen si sono ristretti e non ne capiamo ancore le ragioni.


SHIROYA

Via Dei Baullari, 147a, 
00186 Roma RM
Tel. 06 6476 0753

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