cucina romana

Trattoria Olio sale e pepe ad Ostiense

Ho scoperto la trattoria Olio sale e pepe, in Via G. da Empoli 5 ad Ostiense grazie ad una cena di gruppo con degli amici.
Il locale è semplice e pulito, le pareti sono di un giallino ocra con un effetto spugnato ed i tavoli e le sedie sono di un legno scuro, la sala è ambia e non si corre il rischio di mangiare attaccati a qualche commensale appartenente ad un altro tavolo.
Sui tavoli usano delle tovagliette all’americana di carta giallina, molto semplici ed i bicchieri e le posate sono quelli classi rustici da osteria.
La gestione è completamente familiare tanto che troverete tutti i membri della famiglia pronti a chiacchierare con i clienti in maniera amichevole e cordiale.

I piatti serviti sono quelli classici della cucina romana con qualche aggiunta di qualche piatto abruzzese che non sono stato in grado di individuare sul menu.

Come antipasto abbiamo ordinato delle bruschette con fegatini di pollo, con cicoria e salsiccia sbriciolata e con pancetta abbrustolita che si sono rivelate veramente fantastiche. Difficilmente mi ricordo di aver mangiato bruschette così saporite.

Come primi ho ordinato i rigatoni con la coda alla vaccinara, gli altri piatti classici romani li posso fare tranquillamente a casa e quindi cerco di evitarli ma ci hanno pensato gli altri ad ordinarli.
La cameriera ha insistito per farci ordinare il vino della casa, io volevo la romanella ma per qualche motivo che oscuro lei patteggiava per questo vino così l’abbiamo ordinato.
Quando l’ho provato son rimasto un attimo interdetto, troppo asprino per i miei gusti, uno di quei vini che ti possono stendere al terzo bicchiere, quindi ho cercato di non eccedere.
Non è passato troppo tempo dalle bruschette che sono arrivati i primi piatti.

Per mia sorpresa serviti invece che nei piatti classici in delle vere insalatiere con con delle porzioni decisamente abbondanti.
La pasta era al dente ed il pecorino saporito, dal sugo invece mi sarei aspettato qualcosa in più, era buono ma riuscivo a percepire il sapore dell’uvetta ne quella nota particolare data dal cacao, era un po’ troppo semplice come sugo.
Quando ho finito il primo ero sazio, così come quasi tutti gli altri, abbiamo solo ordinato una coda alla vaccinara come secondo per farla assaggiare al nostro ospite giapponese.
Per completare degnamente il pasto abbiamo preso quasi tutti il dolce, io ho scelto una crostata sbriciolona con marmellata di arance amare, pasta di mandorla e pistacchio.

La crostata era molto buona anche se la pasta di mandorle non si sentiva, era troppo amalgamata tra i sapori più forti.
Dopo qualche amaro ed alcuni caffé abbiamo chiesto il conto che è stato di circa 23€ a persona, un prezzo nella media con le altre trattorie e locali della zona.

Credo che ci tornerò per pranzo per far assaggiare le bruschette a Simona e che consiglierò la trattoria agli amici quando mi chiederanno un posto in cui mangiare cucina romana dentro Roma ma non potrò sapere come sono gli altri piatti fino a che non li avrò provati.

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