Cucina italiana

Hostaria Savonarola, Ferrara

Passeggiare per le strade medievali e visitare i monumenti non bastano a comprendere affondo una città, spesso la cultura di un luogo è radicata in tavola, così su suggerimento di alcuni amici e di TripAdvisor, siamo andati a cenare all’Hostaria Savonarola, in piazza Estense, proprio sotto il famoso castello Estense.
Avevamo già prenotato nel pomeriggio, quindi è stato facile trovare il tavolo disponibile per la cena con una magnifica vista del castello.

Appena seduti ci hanno servito il cestino con il pane ed i menù. I prezzi non sembravano alti rispetto a quelli a cui siamo abituati a Roma, così non ci siamo limitati più di tanto nelle ordinazioni.

Nel cestino c’era il pane tipico ferrarese, quello attorcigliato con la parte centrale più morbida e le quattro estremità croccanti, una specie di ragno con quattro zampe che qui chiamano coppia.

Tanto per cominciare Abbiamo deciso di prendere un tagliere di salumi tipici ed un paio di primi piatti.
I salumi sono arrivati in un baleno, salami di vario tipo, finocchiona, prosciutto crudo, pancetta, mortadella, prosciutto porchettato. Talmente buoni da commuovermi e lasciarmi senza parole. Il prosciutto si scioglieva in bocca, i salami erano gustosissimi, della mortadella che ne parliamo a fare. In un baleno abbiamo ripulito il tagliere sorseggiando lambrusco della casa.

Un vino equilibrato, appena frizzante e con una nota dolciastra che si percepiva appena, l’ideale per accompagnare i salumi e per ubriacarsi.

L’efficienza del servizio in questa osteria è impressionante, quando la cameriera si è accorta che avevamo finito i salumi ed ha chiamato i nostri primi dalla finestrella che mostrava la cucina, sono passati massimo cinque minuti ed i primi sono arrivati sulla nostra tavola.

Simona ha preso i cappellacci ripieni di zucca con burro e salvia. Li ho provati ed erano ottimi, il condimento delicato non copriva il sapore del ripieno di zucca leggermente dolciastro, caratteristica di questo genere di pasta tipica.

I miei gnocchi erano più elaborati, piccoli cubetti ripieni di zucca, conditi con una crema ai quattro formaggi e salama da sugo sbriciolata, il salume tipico ferrarese che viene cotto in sospensione nel sugo.
Deliziosi, meno delicati di quelli presi da Simona. Il sapore del formaggio e della salama sbriciolata è deciso e rustico. Il retrogusto più dolce e delicato di zucca, arriva dopo e dà quel tocco finale di sapore che rende il piatto davvero piacevole.

I primi come i salumi sono durati veramente poco, indice della bontà del piatto o della nostra grande fame.

Non potevamo non continuare con i secondi. La salama da sugo andava provata assoluta nella sua forma più classica, con il purè di patate.
L’ha ordinata Simona mentre io avevo adocchiato sul menù un agnello arrotolato nella pancetta con patate al forno.

In un tempo record ci sono stati serviti anche i secondi piatti, come se i camerieri avessero fretta di svuotare quanto prima la sala e tornarsene a casa.

La salama come ci aspettavamo dagli avvertimenti di alcuni amici era salatissima, molto gustosa ma veramente troppo salata per chi come me deve evitare il sale per problemi di salute.

Simona l’ha mangiata quasi tutta smorzando il sale con il purè sciapo che accompagna la salama.
Io, invece, mi sono dedicato al tenero coniglio avvolto nella pancetta e servito su di una crema ottenuta probabilmente con la farina.

Il coniglio di certo non era leggero ma molto saporito. Per evitare che continuasse a saltellare nel piatto l’ho mandato tutto giù nel mio stomaco, comprese le patatine al forno che lo contornavano.

Eravamo sazi e molto soddisfatti dalla cena.
Io ci avrei infilato un dolce tipico ma Simona sembrava contrariata, così ho rinunciato all’idea.

In due abbiamo pagato 63€ per poi proseguire la serata passeggiando per le vie del centro illuminate dai lampioni e da una splendida luna piena.

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